Per comprendere cosa significa essere saggi dobbiamo prima comprendere cosa sia realmente la saggezza. Il dizionario la definisce come l’equilibrio nei comportamenti e nei consigli, frutto dell’esperienza delle cose del mondo. Nell’Etica Nicomachea Aristotele sostiene invece che la saggezza è una disposizione vera, ragionata all’azione, avente per oggetto ciò che è bene e ciò che è male per l’uomo.
Due definizioni abbastanza differenti, se le prendiamo in esame: il dizionario ci dice che è saggio chi ha molta esperienza, chi ha molto visto e vissuto, chi è quindi anziano ed esperto, perché da questa esperienza sa trovare il giusto equilibrio nelle cose. Anche Aristotele diceva che la virtù sta nel mezzo, ma specifica anche che è saggio colui che conosce il bene ed il male ed agisce per il bene.
Essere saggi significa, secondo me, comprendere ciò che è oggettivamente buono per ciascuno di noi e vivere coerentemente con questa comprensione. La saggezza è legata quindi alla consapevolezza, poiché solo imparando a guardare al di là di schemi e condizionamenti saremo in grado di essere saggi, sosia di capire cosa davvero è bene e cosa non lo è.
Oggi non è facile: viviamo in una società dove tutto diventa lecito, dove l’obiettivo è ottenere quello che ci piace (se sia positivo non conta), dove bene e male sono stati in parte svuotati di un contenuto universale per divenire semplici punti di vista. Si perde l’idea che esistano regole e principi che definiscano ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e si vive con la presunzione che tutto sia più o meno lecito. Se l’imposizione fa nascere la voglia di libertà, l’anarchia non è mai la risposta giusta.
Essere saggi vuol dire comprendere quello che è realmente buono, nonostante la cultura, i condizionamenti, le necessità o il nostro vantaggio personale. Essere saggi non ha nulla a che vedere con l’esperienza, poiché posso comprendere ciò che è bene anche senza avere decenni di vita alla spalle. Spesso possiamo incontrare più saggezza in un giovane che non in un anziano. Quello che conta, infatti, è comprendere, divenire consapevoli della realtà. Poiché la realtà è li, a disposizione di tutti, potremmo comprenderla a sei, dodici, venti, trent’anni o anche mai, nonostante una vita intera di esperienza e sfide.
Posiamo essere saggi se comprendiamo e mettiamo in pratica la verità: che siamo nati per amare e che l’Amore, sopra ogni cosa, deve essere il punto di riferimento della nostra vita, il principio ispiratore di ogni nostra scelta, azione o parola. Essere saggi significa quindi amare e farne un modo di vivere quotidiano. Il saggio è colui che applica la verità che scopre, ed essere saggi, come amare, richiede coraggio.
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