Quando s parla di autostima nei bambini, di insicurezza, di timidezza, spesso i genitori si preoccupano per caratteristiche che potrebbero, a loro dire, rappresentare un problema per i figli nella loro vita sociale e professionale. Siamo infatti abituati a definire la timidezza, in senso molto ampio, un difetto. Poiché spesso mamme e papà mi chiedono consigli su come aiutare i propri bambini a diventare sicuri, ho pensato fosse il caso di dare qualche idea pratica per aiutare un bambino insicuro.
Per prima cosa dobbiamo comprendere che l’insicurezza è un’abitudine di comportamento: non c’è un bambino insicuro, ma uno che si comporta in modo insicuro. Questa prima differenza è determinante per non “aiutare” i figli a pensare di essere in un certo modo, agendo di conseguenza.
Una cosa importante è aiutare i bambini a diventare autonomi. Non va bene che i genitori prendano tutte le decisioni per i figli, è invece fondamentale che insegnino loro a decidere senza aiuto, a fare scelte basandosi sulle loro riflessioni e non sul giudizio degli altri. Questo non vuol dire, ovviamente, allontanarli dall’accettare i consigli, ma abituarli a fare affidamento sulla propria testa.
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Un aspetto importante è come interagiamo con i bambini negli errori che commettono. Sbagliare non è sbagliato se ne deriva una lezione per crescere. Sgridare i bambini o punirli per ogni sbaglio instilla la paura dell’errore che li porta ad essere sempre insicuri su come agire. Fondamentale è invece far capire dove sta l’errore e coinvolgerli nel processo di correzione. Devo sistemare un danno fatto, con il nostro aiuto, non venire puniti e basta. In questo ci vuole molta pazienza (non gridare mai o picchiare mai un bambino!).
Altra cosa importante è il peso dato ai risultati. Se diamo troppa importanza ai voti a scuola, ai risultati nello sport, ai successi sociali dei bambini, loro cominceranno a dare priorità a questi piuttosto che al processo. Se conta il voto e non quel che imparo, se conta la vittoria e non l’attività sportiva, allora l’insicurezza è dietro l’angolo. Ogni volta che dipendo dagli altri (sono loro che danno i voti, sono loro che determinano se vinco o perdo), non posso avere sicurezza dentro di me, dato che la vado sempre a cercare fuori. Dobbiamo invece dare importanza a quel che facciamo, indipendentemente da risultato finale, aiutando i bambini a non perdere il piacere di fare per il gusto di fare, senza lo stress, tutto “adulto”, dei trofei da vincere.
Sono gli esempi e i comportamenti abituali che rendono un bambino insicuro, ed essi sono appresi da chi lo circonda, da quel che facciamo, più che da quel che predichiamo di fare. Per insegnare la fiducia in se stessi dobbiamo averne prima noi, e dobbiamo desiderare che i figli siano indipendenti, anche da noi, capaci di scegliere senza chiederci la nostra opinione. Non voglio che questo sia frainteso come libertinismo, anzi, le regole sono fondamentali ma vanno condivise e non imposte. La sicurezza deriva dalle certezze che abbiamo dentro di noi, solo se aiutiamo un bambino insicuro a costruirle dentro di sé, potrà crescere in modo sano e positivo.