Il perdono è una dei valori più difficili da vedere e realizzare concretamente nella nostra vita, perché presuppone un notevole coraggio e una grande dose di amore incondizionato.
Sebbene a volte sia visto come un “cimelio”di tipo religioso, il perdono rappresenta un punto fermo anche di tutte le correnti filosofiche incentrate sull’amore, poiché il perdono è una delle massime espressioni possibili di amore.
Perdonare, etimologicamente col significato di concedere, condonare, vuol dire “rinunciare alla vendetta o a qualsiasi rivalsa nei confronti di chi ci ha fatto del male, dimenticare, scordare”.
Leo Buscaglia, ne “La coppia amorosa” dice che “perdonare è un atto della nostra volontà, una scelta deliberata”, ovvero un “dono” che concediamo a chi ci ha fatto del male per il semplice fatto di volerlo. Nel Vangelo Gesù comanda a Pietro di perdonare suo fratello “…77 volte 7”, vale a dire sempre, senza un limite.
Paolo Ferrucci, ne “La forza della gentilezza”, dice che perdonare è “una decisione unilaterale (perché dipende solo da ciò che succede dentro di me) e illogica (perché i conti non tornano)” , condividendo quanto detto sinora, ovvero del perdono come atto di libertà individuale che dipende solo ed esclusivamente da me.
L’idea che il perdono possa essere un processo relazionale dipendente dalla volontà di chi ci ha offeso, il quale deve chiedercelo agendo per riparare al danno subito, non mi piace, perché si traduce in uno scambio, un commercio (che mi ricorda la vendita delle indulgenze), oppure in una sorta di dipendenza tra chi è stato perdonato e chi ha perdonato, che si pone in una posizione di superiorità.
Perdonare non ha a che vedere con la giustizia, poiché la giustizia si traduce nell’applicazione di regole (più o meno “giuste”) e punizioni in relazione ai comportamenti umani, il perdono è la scelta di cancellare il danno e l’offesa subite.
Perdonare vuol dire lasciare che la giustizia faccia il suo corso senza pretendere “vendetta” per il torto subito. Il perdono è un atto di amore; la volontà di punire, il “bisogno” che soffra chi ha fatto del male, invece, non è amore, ma vendetta, mascherata, con un abito elegante, così ben truccata da entrare quotidianamente nelle nostre vite senza farsi riconoscere e per questo molto più pericolosa.
È sempre possibile perdonare, tutti possiamo perdonare, se vogliamo farlo, se troviamo abbastanza forza e amore.
Siamo abituati, ed educati, non a perdonare ma a voler vendetta, a rinfacciare il male subito, a condannare e giudicare gli altri sentenziando la loro cattiveria e malvagità. Per perdonare dobbiamo essere capaci di guardare a chi ci ha offeso come a noi stessi, riuscire a comprendere e accettare senza condannare.
Ciao Carmela,
il perdono è una scelta d’amore. Se ami non puoi che perdonare.
Ovviamente perdonare significa anche perdonare se stessi e i propri errori.
In realtà perdonare è forse una delle manifestazioni più grandi d’amore e la
felicità che tanto cerchiamo sta proprio nella nostra capacità di amare.
Più amiamo, e quindi perdoniamo, più saremo felici. Se il tuo perdono nasce
dall’amore, insieme ad esso, nell’amore, nascerà anche la forza per perdonare
e continuare a dare tutto ciò che sei agli altri.
Come un fiume non rimane secco pur dando tutta la sua acqua al mare, perché
Prima la riceve dalla fonte, così noi, pur donando tutto agli altri, non restiamo vuoti
se rimaniamo in contatto con la nostra fonte, cioè Dio.
e bello perdonare io ho perdonato tante volte ho subito ,,sono stata maltrattata delusa adesso voglio il mio perdono .come si puo continuare a perdonare dopo aver dato tutto per gli altri ……..
Credo che il perdono sia uno degli atti d’amore più belli. Costa fatica, ma certamente ne vale la pena. Se poi siamo noi a compiere il primo passo (noi che perdoniamo e non siamo perdonati), penso che ci sia ancora più soddisfazione. Possiamo essere orgogliosi di noi stessi!