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Dire “Ti amo”

Dire “ti amo” è un’espressione, a mio avviso, oggi molto abusata; la si pronuncia troppo spesso con facilità e superficialità. Conosco persone che hanno detto “ti amo” senza provare realmente amore per quella persona. Anche io sono rientrato in passato in questa categoria, anche a me è capitato di dirlo senza essere veramente innamorato, spesso perché “non puoi non dirlo se per prima l’altra persona lo dice a te”.

Purtroppo è proprio quel che accade molto facilmente: in una coppia capita spesso che uno dei due sia più “coinvolto”, più “preso” dalla relazione, viva le proprie emozioni in modo intenso e senta il bisogno (in questo incide la nostra cultura) di dire “ti amo”. L’altra persona, scartato il “grazie” da film comico, tende a rispondere “anche io”, magari pur non provando realmente quest’emozione.

Purtroppo ho l’impressione, e i fatti spesso mi supportano, che le persone “amino” dire “ti amo”, piace forse l’idea di innamorarsi, sentendone il bisogno lo si dice, oppure si confonde il proprio amore con l’attaccamento agli altri, con l’impeto iniziale di passione ed erotismo, o magari si agisce in modo così “diverso” da convincersi di essere innamorati.

Ho già detto che l’amore, prima di essere un’emozione, è un’insieme di azioni, l’amore è qualcosa che si fa, mentre spesso si confonde questo con una sensazione che ci capita di provare per meriti del partner e non nostri, quasi a dire che il nostro amore dipende da lui.

Per il “ti amo” vale la stessa cosa: poiché siamo abituati a credere che l’amore sia fondamentalmente un’emozione “passiva”, tendiamo a dire di amare qualcuno quando ci sembra di sentire quest’emozione, quando l’altro “ci ha fatti innamorare”.

Se invece ci rendiamo conto che l’amore è una nostra scelta, qualcosa che facciamo noi volontariamente, dire “ti amo” significa esprimere all’altra persona proprio questa nostra scelta. Il problema nasce da come siamo abituati ad interpretare queste due parole: tendiamo a dare un significato “impegnativo” a questa frase, come se dire “ti amo” significasse firmare un contratto a tempo indeterminato pieno di clausole vessatorie.

Il senso di responsabilità associato al “ti amo” lo ha reso una frase spesso temuta, come qualcosa di vincolante, come se al “ti amo” associassimo altre richieste implicite che ora dovremo esaudire. Se una persona dice di amarci può capitare di aver paura, siamo intimoriti dall’impegno che stiamo assumendo, dall’importanza crescente del legame, dal peso che assumiamo nella vita dell’altro

Dire “ti amo”, invece, vuol dire “solo” che abbiamo scelto di amare quella persona, senza l’obbligo di sentirci rispondere “anche io”, con l’unico intento di condividere con una persona per noi così speciale questa nostra scelta.

“Ti amo” vuol dire scelgo di amarti.

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