Questa non è una domanda astratta come potrebbe sembrare, ma un dubbio che molti hanno quando non capiscono bene che emozioni provino verso due persone. Siamo cresciuti in una cultura che ci ha insegnato che non possiamo amare contemporaneamente due persone. Se questo fosse vero, però, avremmo una vita scarsa di amore!
Il problema principale è che confondiamo l’amore con la relazione di coppia, la scelta di amare con l’attaccamento (spesso dipendenza e bisogno) verso una persona speciale. Viviamo l’amore come qualcosa che capita e se capita verso due persone entriamo in confusione, anche perché se noi possiamo porci il dubbio, i diretti interessati non ne hanno affatto: direbbero che bisogna scegliere ed è impossibile amare due persone contemporaneamente, almeno alla stessa maniera.
In realtà se amiamo una sola persona non amiamo per niente. L’amore è la scelta di dare tutto senza chiedere nulla. Quando questa scelta esclude tutti a parte poche persone, è per via del nostro egoismo. Ci aspettiamo qualcosa da loro e non da tutti gli altri, ecco perché diciamo di amarle di più: perché pretendiamo di più. Ma dove c’è pretesa, non c’è mai amore.
Ovviamente il problema nasce perché confondiamo la relazione di coppia, che deve fondarsi sull’amore, con l’amore stesso. Una relazione nasce quando due persone scelgono di amarsi senza pretendere niente in cambio, quando decidono ci costruire una strada unica per entrambi. Questa scelta deve essere esclusiva, ossia una scelta a due, e ovviamente non possiamo fare coppia con due persone contemporaneamente. Ma questo non vuol dire che non possiamo amarle, autenticamente, entrambe.
La crisi sorge perché il dubbio di amarne due allo stesso tempo deriva dal nostro bisogno: siamo incerti perché non sappiamo chi ci renderà più felici, chi ci farà stare meglio, chi soddisferà maggiormente le nostre aspettative. Quando viviamo l’amore in modo distorto, come qualcosa che altri devono darci, quando deleghiamo la nostra felicità a loro, il problema non è se possiamo amare due persone contemporaneamente, ma se siamo capaci di amare davvero oppure no.
Come sempre, in fondo, il punto è imparare ad amare e farne il nostro modo di vivere. Quando amo non ho bisogno di nessuno per essere felice perché amare è già tutto ciò che davvero mi serve. Quindi sono libero di dare senza pretendere e amo incondizionatamente senza limiti, senza esclusioni. A quel punto di persone contemporaneamente ne amo milioni e posso costruire, con una di loro, una relazione di coppia che sia fondata sull’amore e non sulle mie pretese. Il problema non devo risolverlo facendo una scelta, lo risolvo comprendendo la realtà e cominciando ad amare in modo autentico.
hai espresso chiaramente la differenza di visione tra chi ha fede in Dio e chi ha fede nell’Uomo (e non a caso uso l’iniziale maiuscola). Sono un’ottima cuoca e o bene come si cucina Posso garantiti che il messagio di Gesu` ha valnza universale SEMPRE e COMUNQUE perche` anche per chi non crede nella sua natura divina e` un grandissimo esempio. Ciao e grazie del piaceole scambio di idee. Silvana
Considerare il messaggio di Gesù senza la fede in Dio, è come fare la passata di pomodoro senza il pomodoro
Tutto ciò che Lui ha detto e fatto è fondato sulla fede in Dio.
Ovviamente io sono certo che la Sua forza può aiutarci a lenire, sopportare e vincere qualsiasi sofferenza.
Sul discorso infedeli e persecuzioni, gli uomini sbagliano, e poco importa se lo fanno nel nome di Dio,
perché non basta averlo sulla bocca per esserne portavoci autentici.
Un abbraccio
Caro Giacomo, che Gesu` sia storicamente esistito non ci sono dubbi; sulla sua natura divina e sulla sua resurrezione e` inutile discutere perche` o ci credi o non ci credi. Gesu` ha sconfitto la morte della dignita` umana, in questo senso ci ha ridato la vita e tutto cio` lo dobbiamo anche alla grande operazione di “marketing” di Saulo di Tarso che ha unito Efesini, Tessalonicesi e tutte le altre sette che gia` allora si erano formate per farle diventare un’unica religione. E` vero che per un cristiano la croce e` anhe la rappresentazione di due dimensioni (quella verticale=amore per Dio e quella orizzontale=amore verso il prossimo) che non possono prescindere l’una dall’altra, ma quanti “infedeli” ha visto la storia e quanto poco ci hanno messo i cristiani a diventare da perseguitati a persecutori………nel nome di un Dio, e` tutto piu` facile. Stare vicini a chi soffre, significa condividerne il peso della croce cosi come fece Simone di Cirene, ed il peso non e` stato dolce per Gesu` cosi` come non lo e` stato per il cireneo al quale, pero`, l’ingiusta sofferenza altrui ha aperto gli occhi sui principi di solidarieta` e fratellanza. Tutto e` bellissimo nel racconto della vita e della passione di Gesu`, ma non tutte le sofferenze sono lenibili col suo messaggio. La fede puo` veramente avere l’effetto di una sostanza oppiacea su chi soffre, la vicinanza umana nel nome del semplice amore fraterno, invece, non puo` che avere effetti benefici perche` non ha la pretesa di guarire nessuno ma di supportarlo nelle difficolta`. Chissa`, magari ci conosceremo veramente un giorno, e sara` bello verificare se le nostre esperienze di vita ci avranno consolidati nelle nostre convinzioni o ce ne avranno fatte assumere di nuove. Con affetto, Silvana@ Giacomo:
Ciao Silvana,
io penso che Gesù ha fatto quelle scelte come uomo, per mostrare a tutti noi che quella strada non è per super eroi o per divinità, per tutti.
Però Gesù è figlio di Dio, e se è vero che è morto, è vero anche che poi ha sconfitto la morte
Non c’è dubbio che amare sia difficile, richieda impegno e spirito di servizio, ma sono certo che ogni dolore diventa più dolce quando lo si
affronta con fiducia, amore e il Suo sostegno e la Sua forza. Non ho il minimo dubbio, il suo peso è leggero!
Amare Dio, poi, significa necessariamente amare ogni uomo e se perdiamo di vista il dolore e la sofferenza reale di chi ci sta accanto, vuol dire
che stiamo sbagliando qualcosa noi. Anzi, io credo che nell’amare Dio riusciamo ad amare pienamente ogni altro fratello.
Magari prima dei vent’anni ci saremo incontrati e conosciuti, chissà!
Un abbraccio
ho letto tutto quantoha scritto. E` vero che saggezza e senilita` non sono sinonimi, ma ti assiuro che alla tua eta` anche io vivevo profondamente le tue convinzioni ed ora,a 50 anni, le vedo come una specie di “droga” che mi depistava dala sofferenza reale di chi mi sta intorno. Credo visceralmente in Gesu` e nelle sue parole, ma in quanto “figliodell’Uomo” e non di natura divina. Piutosto semplice fare le sue scelte se sei figlio di un dio, difficilissimo fare quelle scelte in quanto uomo come tutti gli altri. Tutti, se lo vogliamo, ossiamo trovare il coraggio della coerenza all’ideale di amore fino alla morte,anche senza pensare di essere figli di Dio. Possiamo farcela con la sola nostra natura umana. Non cerco piu` Dio, ho imparato a cercare l’uomo. Ho letto il contenuto del tuo sito perche` una mia carissima amica sta trovando conforto nelle tue parole e volevo verificare non si trattasse del sito di un millantatore: non lo e` e spero che lei trovi, attravero di te, la chiave per risolvere i suoi problemi, ma sappiamo tutti che Gesu` e` morto in croce, condannato da chi lo aveva osanato e dai sacerdoti e gli scribi del suo tempo……..credo occorra farlo presente a chi ti approccia. L’amor e` una scelta che da` infinite gioie interiori ma altrettante sofferenze e porta ad una vita di servizio. Mi piacerebbe tornare su questa pagina tra una ventina d’anni e verificare se ancora la pnserai come ora. Con affetto. Silvana