Essere anziani

Purtroppo viviamo in una cultura che ha paura della vita e delle sue conseguenze. Se vivere vuol dire nascere e crescere, non dobbiamo dimenticarci che vuol dire anche invecchiare e morire. Essere anziani, scherzava un comico genovese, oggi è considerata una malattia.

Tutti ci invitano a sembrare più giovani, nascondere le rughe, tingere i capelli bianchi, fare ginnastica per rassodare la pelle, vestirsi in modo giovanile… tutto per sembrare più giovani. L’apparenza è nemica, ovviamente, dell’anzianità. Divenendo anziani perdiamo l’aspetto che abbiamo avuto prima, ma è una normale fase della nostra esistenza. Rifiutare i segni del tempo significa rifiutare la nostra natura, rifiutare il percorso naturale che ognuno di noi deve compiere, rifiutare la vita stessa.

Non posso amare la vita se la rifiuto perché “sta male”. Il grande problema dell’essere anziani sta nel giudizio degli altri. In un isola deserta ci cureremmo poco delle nostre rughe o dei capelli bianchi, non ci crederemmo inutili solo perché abbiamo meno forza fisica o ci viene più difficile muoverci. È la paura della morte che spinge così disperatamente a correre a ritroso, a voler tentare in tutti i modi di allontanarne la minaccia, almeno a non vedere i segni che la preannunciano.

Essere anziani è un dono: dovremmo essere grati per ogni capello bianco che ci dice che siamo vivi, laddove molti sono morti con tutti i capelli ancora colorati. Dovremmo ringraziare ogni ruga perché ci ricorda che non siamo immortali, che il tempo a nostra disposizione è limitato e dovremmo impiegarlo al meglio. Invece di aver paura dei segni del tempo, dovremmo ringraziarli, amarli, accoglierli come una parte di noi che avanza, poiché solo il costante cambiamento è sintomo di vita.

Essere anziani vuol dire anche aver visto tanto, aver sperimentato molto, avere avuto tanto da comprendere. Dalle persone anziane io non mi aspetto che stiano sedute in poltrona all’interno di case di riposo, ma che corrano nei campi a prendere il sole, che ci insegnino le cose che hanno imparato, che ci aiutino a diventare persone migliori, che trasmettano la loro esperienza, che continuino ad imparare nuove cose, perché mai si finisce di imparare. Se proprio qualcuno deve occupare quelle poltrone, che lo faccia chi non ha voglia di vivere, nonostante le rughe siano ancora assenti.

La vita non è una questione di età, essa non conta, conta solo la voglia di scoprire, di amare, di crescere. Essere anziani è una fortuna, essere anziani è un dono di cui essere grati e per il quale dovremmo sentirci in dovere di continuare a dare tutto quel che siamo fino all’ultimo giorno. In ogni condizione di salute, nonostante qualsiasi difficoltà o problema, essere anziani non deve essere un modo per spegnare la nostra vitalità, non deve essere una scusa per considerare inutile un essere umano. Fino all’ultimo secondo a nostra disposizione dobbiamo vivere, amare, essere felici e dare agli altri il massimo. Essere anziani deve tornare ad essere motivo di gioia e fonte di saggezza, e non di umiliazione e senso di inutilità.

Tutti, ovviamente, speriamo di poter diventare anziani. Cominciamo da adesso ad amare chi già lo è e a trattarlo esattamente come noi vorremo essere trattai.


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