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Essere impulsivi

“…mentre il respiro tornava lentamente al suo ritmo naturale, mentre le mani smettevano di essere chiuse e in tensione e lo stomaco sembrava tornare rilassato e calmo, Matteo non poteva fare a meno di osservare la scia lasciata dalla sua ennesima scenata: il figlio chiuso in camera che non gli voleva più parlare, Marta che piangeva seduta al tavolo, convinta ormai che lui non potesse più cambiare. Cosa gli succedeva? Possibile che non fosse forte abbastanza da dominare i suoi scatti di impulsività, che non sapesse tenere la lingua a freno? Quante volte, si domandava, avrebbe dovuto chiedere scusa per quelle frasi dette senza pensare, e quante volte ancora suo figlio e sua moglie l’avrebbero ancora perdonato? Mentre lo sguardo cominciava ad offuscarsi, segno della presa di coscienza dell’ennesimo sbaglio, Luigi continuava a mettere in dubbio che fosse una persona buona e che fosse degno della sua famiglia…”

Essere impulsivi, in poche parole, significa lasciarsi guidare dell’impulso del momento, dando libero sfogo alle reazioni incontrollate che gli eventi, i comportamenti altrui, le parole suscitano in noi. Invece di riflettere agiamo senza pensare, diciamo o facciamo cosa di cui poi, quasi sempre, ci pentiamo e che cerchiamo di correggere con le nostre pronte scuse (non tutti) o con qualche gesto dal sapore riparatore.

Possiamo controllare questa cattiva abitudine? La risposta, ovviamente, è si. Essere impulsivi non è una dote innata, magari una tendenza individuale, ma comunque è il risultato dell’abitudine. Se siamo impulsivi oggi è perché ieri e il giorno prima ancora lo siamo stati. Ogni volta che ripetiamo un certo comportamento lo rafforziamo e lo rendiamo talmente automatico da non controllarlo praticamente più. In questo modo si rafforza ulteriormente in un circolo vizioso senza fine. Più scendiamo e meno siamo in grado di riprendere il controllo. Come fare?

La consapevolezza è il primo passo. È importante anche capire in quali situazioni, soprattutto, siamo soggetti a reazioni impulsive in modo da essere più preparati quando si presentano. Se reagiamo con maggiore impulsività in casa, sarà tra le mura domestiche che dovremmo stare più in guardia.

Dobbiamo poi impedire all’impulsività di ripetersi ancora. Non deve continuare a rafforzarsi. Qualsiasi sistema è utile purché ci consenta di ottenere, in modo etico e rispettoso, di frenarci: penso al segnale di qualcuno che ci indica che stiamo cadendo nel solito comportamento, oppure il tenere una mano davanti alla bocca per ricordarci di pensare prima di parlare, usare un foglio di carta messo sul tavolo o in un luogo visibile per ricordarci la nostra sfida. L’importante è impedirci di ricadere ancora nella vecchia abitudine. E poi?

Imparane una nuova. Desiderare, ad esempio, di riflettere prima di parlare o agire. Potremmo avvalerci di una lavagnetta sulla quale scriviamo tutto quello che ci passa in testa e su cui poi riflettiamo, oppure potremmo scrivere su un foglio pro e contro di un’idea e poi parlare, o ancora potremmo decidere di non esprimerci se non dopo una passeggiata rilassante o dopo aver ascoltato una delle nostre canzoni preferite. Ogni azione è buona purché ci induca a prendere tempo (contrario dell’impulsività) e riflettere con calma.

Quando questi cambiamenti saranno abbastanza forti, ci renderemo conto che spontaneamente cominceremo a reagire con meno fretta e con più calma, eliminando, giorno dopo giorno, il vecchio limite dell’ essere impulsivi.

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