Giudicare gli altri

Proprio qualche giorno fa riflettevo su come spesso ci venga spontaneo giudicare gli altri e su come questo sia semplicemente inutile e autolesionista. Esatto, ogni volta che giudichiamo gli altri facciamo qualcosa di negativo verso noi stessi. Che senso ha? Nessuno, ma dobbiamo accorgerci che le cose stanno in questo modo.

Innanzi tutto chiariamo che giudicare e avere opinioni e pareri sono cose diverse: l’opinione è una mia idea, il giudizio è una sentenza che definisce ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Come vedi sono cose molto diverse. Di solito, poi, non valutiamo le azioni o le scelte, ma le persone: non guardiamo se un comportamento è sbagliato, ma pensiamo che le persone siano sbagliate. Non c’è nulla di male a far notare azioni scorrette agli altri, ma giudicare la persona, questo si che è sbagliato!

Quando giudichiamo gli altri, inoltre, difficilmente ce li troviamo di fronte: di solito condanniamo le persone per quello che fanno mentre siamo con i nostri amici, parliamo male dei politici comodamente seduti al bar, critichiamo le scelte di conoscenti mentre siamo nella nostra casa, con la nostra famiglia. Non abbiamo l’abitudine e dire in faccia agli altri quel che pensiamo di loro e preferiamo di gran lunga lamentarcene con altre persone fidate, che sappiamo non andranno a dire a tutti quello che pensiamo. La giustificazione è che non è buona educazione offendere gli altri: ottima ragione per offenderli quando non  sentono, a quanto pare!

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Proprio perché non ci sentono, però, giudicarli non serve a molto nel senso che non possiamo renderli consapevoli dei nostri pensieri, delle nostre critiche e dei motivi per cui li valutiamo negativamente. Quando ci mettiamo a  giudicare gli altri, spesso, loro non ne sanno nulla, quindi la nostra opinione non servirà a farli riflettere o trovare una soluzione differente. Quindi a cosa serve giudicare gli altri? Solo a sfogarci!

Ogni volta che giudichiamo qualcuno, e quasi sempre è un giudizio negativo e scarsamente costruttivo, noi sfoghiamo la nostra frustrazione o rabbia nei suoi confronti, magari per il semplice fatto che questa persona vive in modo diverso dal nostro. Altre volte lo facciamo per sentirci importanti, per sembrare migliori di loro, mettendo in evidenza gli aspetti negativi altrui ci sentiamo superiori. Non va dimenticato che la nostra cultura è improntata alla lamentela fine a se stessa, e siamo educati quindi a lamentarci di quel che non va bene e parlare male dei responsabili. Inoltre è più facile criticare aspramente gli altri che immedesimarci in loro, che cercare di comprendere i motivi per cui fanno quel che fanno. Siamo abbastanza miopi da criticare gli altri per cose che poi, noi stessi, siamo pronti a compiere, salvo avere scuse che dimostrano come “in quel caso sia diverso!”.

Giudicare gli altri non migliora la cose, non migliore noi stessi ma anzi ci fa concentrare su quel che non va, ci mantiene in un letargo fatto di lamentele e colpevolizzazioni, ci porta a  vivere con la cattiva abitudine dalla critica negativa, sempre pronti a sminuire e offendere gli altri. Imparare ad amare significa anche smettere di giudicare gli altri, considerando che questo svuota la nostra mente ed il nostro cuore dell’amore verso di loro e della comprensione con cui smetteremmo di condannarli e inizieremmo, finalmente, ad accettarli e amarli per come sono. Proprio quello che noi, ogni giorno, ci aspettiamo dagli altri.

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