Ho paura di morire

Scritto il 8 maggio 2012 alle 07:07 - trackback


Tante volte lo abbiamo pensato e certamente conosciamo persone che hanno paura della morte. Non possiamo nascondere che la nostra cultura ci educa molto male da questo punto di vista, mostrandoci la morte come qualcosa di brutto, di negativo, di triste. Associamo ad essa il lutto, la disperazione, la sofferenza e non abbiamo una visione della morte come passaggio, come tappa o semplicemente come caratteristica, essa stessa, della vita. Ma se ho paura di morire, non ho iniziato ancora a vivere.

Un bambino che gioca con le costruzioni immergendosi pienamente in quello che fa, traendo gioia da ogni singolo istante che passa giocando, alla fine del giorno non ha problemi a posarle per andare a dormire, non si sveglia con l’ansia di andare a riprenderle, il mattino dopo. Ha preso, dal gioco, tutto quel che poteva prendere ed è soddisfatto, felice. Giocava per il piacere di giocare, con gioia e allegria. Saprà smettere, al momento opportuno, senza problemi.

Un bambino che invece vive le sue costruzioni nel modo sbagliato vorrà da esse sempre qualcosa di più, si aspetta di essere felice e quel che prova non gli basta. Non è soddisfatto, non gli basta giocarci, deve costruire un grattacielo, e deve essere come lui lo ha in mente. Quando il padre gli dice che è l’ora di posare i giochi non l’accetta perché non ha ancora ottenuto quel che pretendeva, e non ha mai pienamente giocato. Non godeva del gioco, pretendeva certi risultati ed era così preoccupato di costruire torri e castelli, da non riuscire a giocare con gioia. Non giocando per il gusto di farlo il tempo del gioco non gli basta mai. Ha paura di non poter più giocare.

Lo ripeto: se ho paura di morire è solo perché non sto vivendo pienamente. Ma cosa vuol dire vivere? Correre per arrivare primi al traguardo? Costruire il grattacielo più altro? Comprare l’ultimo modello di cellulare o automobile? Andare in vacanza nei posti più in? Essere invitati alle feste? Avere molti zeri nel proprio conto in banca? Ricevere il rispetto e la riverenza degli altri? Ottenere onori e gloria dalle persone? Pagare le bollette o il mutuo? Tutti sappiamo che non è così che stanno le cose, eppure siamo troppo occupati a tirare avanti per vivere, abbiamo paura della vita, ecco perché temiamo la morte.

Se vivo, se amo, se ogni istante della mia vita metto al primo posto le persone, chiunque siano, e non le cose, il denaro, il dovere presunto che la società mi impone, se scelgo di agire secondo giustizia, ossia agendo sempre con gli altri sapendo immedesimarmi in loro, con comprensione e rispetto, facendo quindi dell’amore la mia legge, la mia regola quotidiana, allora vivo. Non ho paura di morire se ho iniziato a vivere, perché ogni giorno in cui vivo, vivo totalmente, non a rate, non ho conti aperti con la vita che la morte mi impedisce di riscuotere.

Ho paura di morire solo se ho paura della vita, se non ho il coraggio di amare, se tengo le orecchie chiuse, se giro la testa dall’altra parte per convenienza, se dietro la scusa “io non c’entro” chiudo gli occhi di fronte al male divenendo il suo primo complice, se non scelgo di amare tutti, sempre, qualunque sia il prezzo da pagare per questa scelta. Una cosa sola è certa nella vita: ed è l’amore, più forte della morte, perché se crediamo nell’amore e scegliamo di amare non temeremo la morte e non moriremo mai.


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