Ho paura di tutto
Erich Fromm
Non solo gli ipocondriaci, coloro che temono sempre di essere malati, hanno paura di tutto, ma spesso, anche se non ci piace usare il termine “paura”, molti di noi ne hanno quotidianamente.
“Ho paura di tutto” mi dice un ragazzo che non sa se dire o meno la verità al padre per paura di ferirlo, oppure non ha il coraggio di ammettere i suoi sentimenti per un’amica che teme così di perdere. Abbiamo paura che gli altri non accettino quel che pensiamo o scegliamo, che gli altri rifiutino la nostre emozioni o le etichettino come ridicole o “sbagliate”, abbiamo timore nel dire la verità perché potremmo ricevere una punizione o perdere qualcosa che desideriamo. Temiamo di restare soli, di soffrire per la mancanza di amore, per l’isolamento, per il non essere accettati. Abbiamo paura che qualcosa vada storto, che il traffico ci faccia arrivare in ritardo, che il treno deragli, che la televisione non si accenda.
È vero, molte di queste ansie, perché spesso sono paure di qualcosa che ancora non esiste, non le classifichiamo come una paura vera e propria, preferiamo chiamarle preoccupazioni, “pensieri”, oppure ci piace pensare che siano il frutto della nostra maturità, della prudenza che ci contraddistingue, dell’attenzione a non lasciare nulla la caso. Chiamiamole come vogliamo, ma esse sono paure.
Ho paura di qualcosa nel momento in cui il mio primo pensiero va a cosa ci guadagno o cosa perdo, quando penso che potrei soffrire, quando mi chiudo, anche senza fare troppo rumore, per difendermi da possibili danni. Abbiamo persino paura di ammettere che abbiamo paura! Questo perché ci hanno insegnato che avere paura è da deboli, da persone troppo emotive, da vigliacchi e codardi. Peccato sia vero il contrario: essere coraggiosi vuol dire avere paura, perché il coraggio è la scelta di guardare negli occhi le nostre paure e affrontarle con la fiducia di poter vincere quella sfida.
Ho paura di tutto nel momento in cui il mondo è per me un posto cattivo, fatto di persone corrotte, egoiste, insensibili e indifferenti, senza giustizia, dove il debole viene sopraffatto dal forte. Non so dove tu viva, ma se osservi attorno, con attenzione (non il telegiornale per favore!), noterai che sono più le persone che fanno sacrifici per gli altri, che dedicano il loro tempo per chi ha bisogno di una mano, che rifiutano l’illegalità anche se vantaggiosa, che lottano per le cose in cui credono, che rispettano e amano. La violenza è sempre in minoranza, ma fa rumore.
Ho paura di tutto se chiudo gli occhi e le orecchi e mi rifiuto di capire. Se invece mi apro, se divento consapevole di me stesso, degli altri, della realtà, allora non c’è proprio niente di cui avere paura. Amore o paura, questo è il dilemma. La paura porta alla sofferenza, l’amore alla felicità, e queste due strade non si incontrano mai. Per cui non devi avere paura, ma solamente scegliere di credere nell’amore e farne il tuo modo di vivere quotidiano, concreto. Scoprirai che le tue paure le creavi tu stesso, e comprenderai che amare è la sola risposta giusta a ciascuna di esse.
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