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La regola dell’autostima

Molte persone che mi scrivono per aiutarle a migliorare la propria autostima, molte di quelle che partecipano ai seminari che organizzo, molte di quelle con cui, semplicemente, parlo e mi confronto, mi spiegano che il principale problema per loro è migliorare alcuni aspetti, a volte uno solo, per potersi finalmente stimare di più, per sentirsi sicure e fiduciose.

Spesso il problema è l’aspetto fisico. Quando non ci piace il nostro corpo, quando troviamo sgradevole il nostro aspetto, spesso svalutiamo noi stessi e abbiamo una scarsa autostima. Altre volte il problema è rappresentato dal lavoro: non averne uno ad una certa età, oppure non riuscire a cambiare quello attuale, magari considerato sgradevole e umiliante, sono spesso causa di una scarsa valutazione di sé. Molte altre volte è il successo in senso lato: l’autostima è negativamente condizionata dal fatto di aver raggiunto un certo risultato, dall’incapacità di aver stabilito standard di un certo livello. In ambito sportivo, professionale o anche personale, la nostra autostima risente spesso della nostra capacità di ottenere quello che dovremmo.

In realtà il punto su cui ci si sofferma, ossia tutte queste condizioni che ci negano la possibilità di stimarci maggiormente, è del tutto fuorviante e inutile. Se per stimarmi devo essere attraente, se devo aver trovato un certo lavoro o possedere una casa di un certo valore, se devo aver raggiunto risultati e successi ben precisi, il problema non è mai una bassa autostima, ma l’incapacità di renderci conto di cosa conti davvero ai nostri occhi: essere accettati e approvati dagli altri.

Se sono brutto questo è un problema nel momento in cui qualcuno potrebbe trattarmi male per il mio aspetto (mi respingono le persone che corteggio, ad esempio); Se non lavoro il problema di autostima è solo perché gli altri potrebbero vedere questa situazione come un segnale della mia incapacità e del mio fallimento; se non vinco una gara, se non ottengo una promozione, il problema nasce solo in funzione di aspettative sociali precisi e imposte.

Le persone confondono l’autostima con l’approvazione. La regola dell’autostima, quella principale, dice che dobbiamo, per prima cosa, liberarci di ogni dipendenza dal parere degli altri. I canoni estetici, il successo, il prestigio, il potere sono tutti parametri che altri hanno stabilito, che noi abbiamo accolto e che ora decidono se noi valiamo o meno. Fortunatamente, in realtà, il nostro valore è immutato, per quanto possiamo non  stimarci positivamente.

A tutti coloro che vogliono migliorare la propria autostima e mi chiedono come fare, rispondo così: c’è un solo modo per rafforzare l’autostima ed è rendersi conto che il nostro valore lo associamo sempre al giudizio degli altri e che solo smettendo di guardare a loro per capire quanto valiamo che possiamo cominciare a vivere la nostra vita stimandoci positivamente.

Non ci sono né altre vie né scorciatoie di alcun tipo: se continuiamo a dare importanza al parere delle persone, chiunque esse siano, non saremo mai capaci di avere una sana autostima. Potremo anche incontrare il loro favore e venire apprezzati per il nostro valore, ma non sarà una vera autostima, non sarà una sicurezza solida, ma semplicemente il nostro adeguamento alle aspettative altrui, aspettative destinate a cambiare e con esse la nostra sicurezza. L’autostima o è nostra (indipendente da qualsiasi opinione e parere) oppure , semplicemente, non è, e fortunatamente risiede completamente nelle nostre mani.

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