Guardando la televisione, una sera di qualche giorno fa, mi sono interessato ad un programma che parlava di storie d’amore e relazioni solide che duravano ormai da moltissimi anni. Ciò che mi lascia perplesso in queste circostanze, ma anche parlandone con amici e conoscenti, è la “straordinarietà” che viene riconosciuta ad un matrimonio che duri trenta o quarant’anni. Sintomo di una società che non crede più tanto all’”eternità” dell’amore. Come mai?
Vedo che oggi intendiamo l’amore solo ed esclusivamente, o quasi, come un’emozione che “subiamo” passivamente, nel senso che “ci capita”, di innamorarci, “succede” che scatti il colpo di fulmine, e tutto questo non dipende da noi.
Vedendo l’amore in questi termini, mi saltano all’occhio due primissime conseguenze: da una parte siamo alla ricerca dell’amore e “speriamo” di trovarlo, rischiando di restare disillusi e depressi se non ci riusciamo, dall’altra non siamo noi a stabilire quanto potrà durare, non dipende da noi l’inizio, non dipenderà neanche la fine. Così come esso arriva senza preavviso, così potrebbe andarsene. Come promettere dunque “ti amerò per sempre” se ciò non dipende da me?
Ho deciso di creare un corso per imparare a cambiare la nostra vita, che dovesse essere sempre disponibile, in base ai tuoi impegni, gratuito ma anche efficace, completo, serio. L'ho chiamato corso di "Vera Vita".
Non di rado sento storie di coppie dalle relazioni finite in cui si incolpa l’amore “che non c’è più”, un sentimento che “è svanito” nel tempo fino a “scomparire”. Ci si sveglia e ci si rende conto di “non amare” più la persona che dorme accanto a noi. Possibile?
Ma l’amore può (e deve) essere inteso anche in modo diverso, non come “emozione passiva”ma come “azione attiva”. Amare è un verbo, e vuol dire dare amore; se amiamo allora daremo amore, il che dipende da noi, non è certo qualcosa che capiti casualmente. Siamo noi a decidere se e come amare.
Amare vuol dire interessarsi, avere premure, dedicare il proprio tempo, pensare, volere la felicità dell’altro, essere disponibili, coccolare, sostenere, consigliare, rispettare, essere complici, ascoltare, accettare e apprezzare l’altro. Le “azioni” dell’amore possono essere tantissime, ma hanno tutte una costante: sono una nostra scelta.
Questo comporta subito due conseguenze precise: da una parte siamo noi che scegliamo di amare, non dobbiamo attendere che capiti casualmente di innamorarci, dall’altra la durata di un amore non sarà affidata al caso, ma alla nostra volontà di continuare ad amare.
L’amore, dunque, è una scelta o un emozione passiva?
Io sono fortemente convinto che sia una scelta, una nostra scelta, siamo noi che decidiamo di fare tutto quello che chiamiamo “amare”, da noi dipende la durata delle nostre relazioni, noi siamo i responsabili delle promesse di amore eterno che facciamo, noi siamo liberi di smettere di amare, solo noi, liberi di amare.
Assolutamente.
Tu scegli se amare, non puoi mai scegliere se essere amato.
Io credo che l’amore sia “dare”. In una relazione sentimentale bisogna che entrambi scelgano di amarsi.
Ma quale che sia la scelta dell’altro, noi siamo liberi di amare comunque.
Credo sia anche una questione di fortuna…
di incontrare qualcuno che decida di raccogliere, rispettare e curare quello che sei disposto a donare.