Proprio oggi rileggevo un passo tratto dal libro avere o essere? di Erich Fromm, in cui l’autore sosteneva che il grosso inganno insito nel matrimonio fosse la convinzione che questo legame portasse ad una sorta di ufficializzazione del diritto di proprietà che vantiamo sul nostro partner. Come a dire che il matrimonio sancisse che l’altra persona adesso è proprio mia, mi appartengono i suoi sentimenti di amore verso di me, il suo corpo che non può condividere più con altri e via dicendo. Insomma, adesso è mia!
Il matrimonio in crisi sembra dunque derivare, prosegue l’autore, dalla conseguenza di questa convinzione: poiché siamo convinti di avere ottenuto l’amore, siamo persuasi che il più sia fatto e che il legame nella coppia sia definitivo. Tuttavia non è qualcosa che possiamo possedere l’amore, ma qualcosa che facciamo e consiste in azioni e scelte che nascono dalla nostra libertà.
Quando amiamo diamo all’altro comprensione, rispetto, sincerità e correttezza, siamo pazienti e accettiamo volentieri anche quello che non condividiamo, siamo altruisti e disponibili, perdoniamo, ci interessiamo al benessere altrui, ne desideriamo la felicità, cerchiamo di sostenerlo e incoraggiarlo continuamente. Queste sono tutte azioni attive, che richiedono la consapevolezza da parte nostra per essere donate agli altri.
Poiché invece l’amore è spesso visto come un sentimento passivo, che dipende dall’altro e non da me, che io subisco con o senza la mia volontà, e poiché il matrimonio diventa il suggello di questo colpo di fortuna, nella coppia non si pensa ad amare ma si pensa solo di aver ormai ottenuto l’amore. Se il desiderio di fondo di ognuno di noi, anche oggi, è quello di essere felici trovando l’amore, nel matrimonio siamo abbastanza convinti che il più sia stato fatto.
Il matrimonio in crisi deriva dalla nostra incapacità di amare: trattiamo l’amore come fosse un oggetto e pensiamo di averlo garantito grazie al matrimonio, così non ci rendiamo nemmeno conto che amare è un modo di vivere e che dobbiamo ogni girono imparare ad amare con impegno e determinazione. Non agiamo con amore verso nostra moglie o nostro marito, smettiamo di amare, poco a poco, perché diamo per scontato che l’amore non dipende da quello che facciamo ma anzi ne sia la causa. Sbagliamo di grosso e non ne siamo consapevoli.
Il matrimonio va in crisi perché viene meno l’amore. Non capendo che l’amore è una scelta che ogni giorno dobbiamo rinnovare, smettiamo di compierla e lentamente lasciamo che il sentimento su cui facevamo tanto affidamento, lentamente muoia. Le crisi così frequenti, i divorzi in costante aumento hanno in comune lo stesso punto: manca l’amore, non come emozione, ma come scelta, come azioni.
Mi ha fatto riflettere, di recente, che sebbene oggi ci siano molti libri, corsi e terapie specifiche per le coppia in crisi, i matrimoni in crisi aumentano, i divorzi crescono e la difficoltà coniugali crescono. Come mai? Io credo che il problema sia l’inadeguatezza delle tecniche di terapia, dove si lavora praticamente su tutto (dalla comunicazione al sesso) tranne che su l’unica cosa che dovrebbe risolvere ogni crisi di coppia: l’amore.
Se in una coppia non ricominciamo dall’amore, non si riscopre che amare è una scelta, che l’amore non è un caso fortuito ma un modo di vivere i nostri rapporti con gli altri, le crisi continueranno senza dubbio. La soluzione è semplice: bisogna imparare ad amare.
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