Non soffrire più


 

Cosa vuol dire soffrire? Soffrire significa provare un forte ed intenso dolore, fisico o psicologico. Tutti siamo abbastanza convinti che una certa dose di sofferenza sia inevitabile nella nostra vita, e se questo è molto probabile dal punto di vista fisico, è assolutamente evitabile dal punto di vista psicologico. Quasi certamente soffriremo per qualche malanno, per qualche caduta o semplicemente invecchiando, ma sicuramente potremmo non soffrire più di quei dolori esclusivamente mentali che invece rappresentano spesso il peso maggiore.

Un detto recita che le parole possono fare più male di un pugnale, a ragione di questo sta la consapevolezza, abbastanza condivisa, che il dolore fisico diventi sopportabile, quello psicologico no. Siamo in grado di convivere con malattie e dolori muscolari ma con la sofferenza e la tristezza, con la delusione più dura facciamo molta fatica. Possiamo non soffrire più? La risposta dipende dalla nostra comprensione di cosa ci causi questa sofferenza mentale.

Perché soffriamo quando qualcuno ci delude, quando l’amore non viene corrisposto o quando ci offendono? Cosa ci procura questo doloro e perché altre persone, al posto nostro, non proverebbero la stessa tortura? Secondo Anthony De Mello soffriamo perché ci attacchiamo ai nostri desideri e ci scontriamo con una ben diversa realtà. La sofferenza sarebbe, quindi lo scarto tra la vita e le mie aspettative personali: più le mie pretese sono disattese dalla realtà più soffro.

Se soffro perché mi dichiaro ad una persona e questa mi rifiuta, il motivo di questo dolore non sta forse nelle mie aspettative deluse? Aspettative non solo di venire ricambiato, ma anche di essere felice per via dell’amore che avrei potuto (o dovuto) ricevere. Cambierebbe qualcosa se avessi un’alternativa? Se credessi che senza quella persona non cambia poi molto e che posso essere felice ugualmente?

Se soffro perché qualcuno mi offende questo deriva forse dalla mia aspettativa che gli altri mi trattino come vorrei, con rispetto, ed in parte, magari, dal fatto di non essere visto e considerato così come io mi vedo o come voglio che gli altri mi vedano. Soffrire ugualmente se non mi importasse dell’opinione di chi mi offende? Non è forse vero che le offese ci fanno male solo se provengono da persone importanti o se toccano aspetti di noi su cui siamo molto sensibili?

Questa sofferenza psicologica, mi sembra evidente, nasce dentro di noi, non fuori: non sta in quello che gli altri dicono (offese) o fanno (rifiuto) ma nel modo in cui io interpreto tutto questo. Posso prendere un rifiuto come una scelta, oppure come una dimostrazione del mio poco valore o come condanna alla mia infelicità. Posso intendere un’offesa come dimostrazione della mia inferiorità o come opinione, che non condivido, di un’altra persona. Io credo che soffriamo nella misura in cui scegliamo di soffrire.

Per non soffrire più dobbiamo capire che tutto dipende dalle nostre pretese, da quanto ci attacchiamo alle situazioni e alle persone e da quanto pretendiamo che tutto il mondo ci soddisfi, assecondi le nostre idee e si adegui alla nostra volontà. Qualche settimana fa ho scritto una “formula matematica” per spiegare la sofferenza:

S = Ac+Ap+Ad

dove la sofferenza è la somma dei nostri attaccamenti alle cose (Ac), alle persone (Ap) e ai desideri (Ad).

Possiamo desiderare di migliorare e crescere, di fare grandi cose, ma soffriremo inevitabilmente se invece di coltivare i nostri sogni ci attaccheremo ad essi per vivere. Non soffrire più sarà il risultato della nostra capacità di amare nonostante tutto e tutti, sempre ed ovunque, senza mai pretendere niente in cambio.

Forse ti interessa anche:

  1. Imparare a soffrire
  2. Soffrire d’amore
  3. Cosa vuol dire soffrire
  4. Dolore e sofferenza
  5. Soffrire di solitudine
  6. Come vivere sereni
  7. Perché siamo infelici
  8. Dipendenza emozionale
  9. Vita reale e vita ideale
  10. Cos’è la paura

Vuoi Vivere una vita felice?
Iscriviti gratuitamente al Corso di "Vera Vita"


Tags: , , , , , , , , , ,


Cosa ne pensi di quel che hai letto?