Rispetto reciproco


 

Se riteniamo giusto che nella nostra società si dia più rispetto agli anziani, mi piacerebbe capire per quale ragione non si pretende lo stesso atteggiamento verso i bambini. Nessuno si sognerebbe mai di dire che dobbiamo rispettarli di più, eppure li costringiamo a fare quello che non vogliono (spesso solo perché siamo più grandi e forti di loro), spesso li obblighiamo ad adeguarsi, stabiliamo cosa possono e non possono fare (qui la l’educazione è a volte una scusa), non ascoltiamo davvero quello che ci dicono, non accettiamo i loro punti di vista (come potremmo, sono solo bambini!!!). Nonostante l’evidente mancanza di rispetto nei loro confronti pochi dicono che meriterebbero più rispetto.

Ho già spiegato il mio concetto di rispetto, quello cioè legato all’amore e non alla superficialità e alla finzione ormai tipiche dei nostri rapporti con gli altri. Io non ti rispetto perché sei più anziano di me, non ti rispetto perché hai un titolo universitario, perché hai pubblicato dozzine di libri, perché hai potere politico o sei miliardario. Io ti rispetto perché sei una persona, un essere umano come me, una creatura vivente.

Il rispetto reciproco nasce dove concediamo agli altri la comprensione che pretendiamo per noi stessi, dove non conta la forma, ma la sostanza. Se chiediamo rispetto dobbiamo quanto meno darne altrettanto. È ridicolo pretendere il rispetto dai bambini perché siamo adulti: cosa centra l’essere adulti con il rispetto? È assurdo pretendere che i giovani diano un rispetto maggiore agli anziani, o che ciò valga per i poveri verso i ricchi, per i deboli verso i potenti.

Viviamo in una società che si nutre del finto rispetto fatto di inganni, approvazione, lusinghe e finzione. Il concetto di rispetto che abbiamo oggi è decisamente travisato rispetto alla realtà che dovrebbe rappresentare: la nostra capacità di amare, osservare, gli altri, accettarli quindi per quello che sono e vogliono essere, senza pretendere che si adeguino a noi. Rispetto reciproco significa poi concedere questo nostro atteggiamento tanto agli anziani quanto ai bambini (cosa abbiano di meno non lo riesco a capire!), tanto ai giovani che agli adulti, a coloro che seguono la nostra religione e a coloro che credono in un’altra, a chi tifa per la squadra di calcio che ci piace e a chi tifa la sua rivale, a chi è italiano e a chi è straniero, a chi è bianco e a chi ha la pelle di qualsiasi altro colore, agli uomini come alle donne.

Quando rispettiamo solo coloro che si adeguano ai comportamenti che riteniamo giusti, quando il rispetto lo concediamo solo a chi segue le nostre idee, quando lo elargiamo solo in presenza di un’omologazione altrui, allora il rispetto reciproco non esiste, semplicemente perché non stiamo affatto rispettando, ma solo manipolando gli altri. Dobbiamo imparare a rispettare qualsiasi creatura vivente a prescindere dal fatto che si adegui alle nostre pretese, che si comporti come ci aspettiamo, che scelga ciò che noi riteniamo giusto, e iniziare a rispettare tutti, a qualsiasi età, in qualsiasi ambito. E se cominciamo per primi potremo finalmente dare davvero un buon esempio.

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