Semplicemente Amore – 27



Come quando una musica non ci accorgiamo neppure che la stiamo ascoltando, perché magari pensiamo ad altro e non sentiamo davvero nulla, così Marco stava “sentendo” le parole di Marta, come fossero distanti mentre la sua mente sembrava assente e poco incline a collaborare. Ogni tanto si sforzava di ritornare presente alla discussione, o al monologo, ma subito dopo, o una parola sentita, oppure anche un minimo rumore in casa lo distraeva e ricominciava a pensare e arrovellarsi il cervello sui fatti degli ultimi giorni.

“Cos’hai?”. “Niente” rispose poco convinto mentre la fissava, adesso molto presente, diretta negli occhi. “Nocciola”, pensò mentre ritornava alla mente il ricordo del suo stupore nel non aver mai notato il colore degli occhi di Alessia, ma fu un attimo. “Sei felice?” le chiese. “Certo”, disse Marta sorridendo e abbracciandolo forte, “Come non potrei esserlo, ti Amo!” continuò, “perché me lo chiedi?”. “Perché sei felice?”. Marta lo osservò per capire se stesse scherzando o facesse sul serio quella domanda. Marco mantenne lo sguardo fisso nei suoi occhi. “Perché ti amo!” rispose, lei, perché ci sei tu, ed io mi illumino” sorrise per la citazione musicale spontanea che le era venuta fuori.

“Quindi se io me ne andassi, non saresti più felice?” .Il sorriso di Marta si dileguò, si alzò in piedi e mutò tono della voce: “Se c’è qualcosa che non va, non è meglio se me lo dici invece di fari questi giochetti e farmi preoccupare?”. “No, non c’è nulla che..” “e allora perché mi dice queste cose? Sei confuso? Non mi ami più? Cosa succede?!”. “Ma cosa ti salta in mente” riprese subito Marco cercando di rassicurarla, “volevo solo capire, è che ultimamente mi sto interrogando su cosa voglia dire essere felici davvero e volevo capire se tu sei felice, se lo sono io, se lo siamo entrambi oppure no”. “Non sei felice con me?” chiese subito preoccupata. “Non ti do abbastanza, non sono più abbastanza per te?” “No, ma cosa dici, tu sei tutto per me” replicò Marco sorpreso dalla sua reazione così veemente.

“…se vuoi amare non c’è altro modo che farlo concretamente. L’amore non s’impara sui libri, non possiamo insegnarlo agli altri come insegniamo la geografia o la storia, possiamo imparare ad amare solamente amando. Io posso farti riflettere su cosa significa amare, su cosa comporta, ma poi è una nostra scelta fare dell’amore il centro della nostra vita, tradurlo in un modo di vivere, oppure no. Posso dirti che amare è la sola via per essere felici. Se non ami, concretamente, non sarai mai felice e questo vale per tutti, per te, per me, per il tuo vicino di casa e per coloro che vivono dall’altra parte del mondo: è la legge della vita, quella che regola tutto.

Amare comporta il dare tutto, in ogni senso, senza pretendere nulla per te. Questo fa paura, mi rendo conto, ma solo perché siamo abituati a credere che non avremo niente se daremo tutto, che non ci rimarrà nulla se non esigeremo dagli altri, senza pretendere qualcosa in cambio. È un paradosso, ma tutto quel che ci serve arriva immancabilmente se prima, per primi, diamo senza riserve. Ricorda però che amare non vuol dire stare seduti ad aspettare che le cose capitino, ma agire praticamente con amore.

Amare vuol dire comprendere sempre, cercare di capire cosa accade, le situazioni, i comportamenti degli altri, anche se non ci piacciono, anche se ci sembrano assurdi. Se ami non giudichi mai le persone perché ti rendi conto che possono avere avuto mille validi motivi per agire in un certo modo, anche se poi quel comportamento è sbagliato. Vuol dire perdonare, sempre, sia perché ti rendi conto che gli altri sbagliano per paura, debolezza, insicurezza, ignoranza, sia perché tu vorresti essere perdonata se sbagli, o no? Oppure preferisci una condanna senza appello quando commetti un errore? Io non credo!

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