Semplicemente Amore – 28



Chiara cominciò a riflettere all’ultima volta che aveva fatto arrabbiare sua madre. A dire il vero non sapeva perché le fosse venuta in mente proprio lei, tuttavia si ricordava di come non avesse accettato la sua decisione di andare a vivere da sola. Sua madre non aveva mai voluto comprendere il suo desiderio di autonomia, le diceva sempre che non aveva motivo di trasferirsi e pagare un affitto quando poteva stare in casa con lei e suo padre e Nicola, il fratello. Poi la decisione di lasciare casa, di vivere da sola, anche su invito di Tiziana che cercava una ragazza con cui condividere la casa, e le liti. Gli ultimi giorni a casa sua sembravano la scusa migliore per andarsene: sua madre non perdeva l’occasione per farla sentire in colpa per quello che definiva un abbandono.

Ogni volta che tornava a trovarli la cosa si ripeteva: pochi minuti di calma apparente e cominciavano battute e frecciatine che le davano sempre più fastidio. Se aveva un problema, come in quel momento, non poteva più contare su sua madre che l’appoggiasse, su colei con cui, fino a qualche mese prima, si confidava quasi su tutto. Chiara si morse leggermente il labbro, anche per trattenere una lacrima che le stava uscendo dispettosa, e si rese conto che avrebbe desiderato, forse più di ogni altra cosa in quel momento, di essere perdonata da sua madre. “Ho fatto di tutto”, pensava, “ma niente, non le fa piacere quasi nemmeno sentirmi al telefono”. Sospirò, lasciando che la lacrima scorresse, mentre pensava a quanto facilmente, negli ultimi giorni, le capitasse di piangere per ogni cosa. Si asciugò la lacrima e riprese a leggere l’ultima e-mail.

“Inizia tu, non aspettare che siano gli altri. Ama. Se cominci ad amare senza chiedere scoprirai che puoi essere realmente felice indipendentemente da quel che accade. Non conta che tu sia single o in coppia, non sarai mai felice se non ami in modo autentico, cioè senza pretese. Ma se ami sarai felice e vivrai una vita meravigliosa. Fino a quando non imparerai a vivere felicemente con te stessa, a stare bene da sola, senza nessuno da cui dipendere, non saprai mai amare davvero gli altri, non potrai mai essere felice con loro. Ecco cosa devi fare: inizia ad amare concretamente, ora.

Metti in pratica, ogni giorno, in ogni occasione, i Principi dell’Amore, agisce sempre con amore verso te stessa, verso gli altri, ma anche verso cose e animali, pianete e situazioni. Fa di questi principi il tuo modo di vivere, il tuo comportamento, rendili parte di te, trasformali nel tuo modo di essere. Quando cominci ad amare concretamente, senza quindi chiedere nulla, ti rendi conto che hai già tutto, perché quello che davvero cerchiamo non sta fuori, ma lo creiamo noi stessi in un solo modo: amando. Non pensare se gli altri amano o si comportano bene, non te ne curare, tu segui questa regola: fai quello che ti piacerebbe che gli altri facessero nei tuoi confronti. Non c’è altro che possa dirti cosa è giusto e cosa non lo è”.

Era fermo sulla porta e, sorriso di circostanza a parte, sembrava temere che ogni tipo di interazione diretta avrebbe potuto causargli una qualche gravissima malattia. Cinzia invece era seduta proprio accanto al letto e con una spugna umida, che ogni tanto sciacquava in una piccola bacinella gialla posta sul pavimento, vicino ai suoi piedi, lavava delicatamente il viso e le braccia della signora anziana che stava coricata. “Non mordo mica!” disse sorridendo la signora che rise di gusto, assieme a Cinzia, incrociandone lo sguardo in segno di complicità. “Non ha la dentiera probabilmente!” pensò Davide sarcastico, ma si limitò solamente a sorridere cercando di nascondere il fastidio.

“Lei è Maria”, prese a dire lentamente Cinzia, “è qui da qualche anno, ormai, una delle ospiti più longeve!”, sorrise incrociando lo sguardo della signora che sorrideva. “I figli vivono tutti in America, chi in Argentina e chi negli Stati Uniti”, proseguì, “Paolo è un dirigente di azienda, lavora nell’informatica, mentre Caterina è hostess di congressi a Chicago. Ogni tanto riescono a venirla a trovare” sorrise profondamente vedendo il volto di Maria illuminarsi, “e sono sempre così affettuosi e premurosi con lei”. “Io invece vengo da mia nonna almeno un paio di giorni a settimana, così parliamo e le do una mano a farsi bella!” Entrambe sorrisero d’intesa, mentre Davide era decisamente scocciato dalla situazione.

“Se non ti mordo, perché non ti avvicini?” lo incalzò la signora, “Guarda che non puzzo mica e non sono contagiosa!”. Cinzia rise, mentre strizzava la spugna nella bacinella, Davide non sapeva come non essere scortese senza però avvicinarsi troppo. “Spostati ragazzo!” lo interruppe un’infermiera che entrava nella stanza portando lenzuola bianche e profumate, costringendolo suo malgrado ad entrare con lei. “Cinzia, chi ci hai portato oggi? Non mi pare sia molto pratico il nostro don Giovanni!”. Tutte risero mentre Davide si sentiva sempre meno a suo agio in una situazione che non si spettava e in cui non sapeva come comportarsi per non fare cattiva figura con Cinzia.

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