Mi rattrista costatare come ancora in molti, forse quasi tutti, siano dell’avviso che piccole bugie dette a “fin di bene” non siano una cosa del tutto sbagliata e che dovrebbero rappresentare invece un utile mezzo per aiutare gli altri.
Alla domanda “verità o bugia?” molti sembrano preferire una bugia, piccola e a fin di bene…
Si tratta, dicono, di piccole omissioni che spesso aiutano a vivere meglio, evitano situazioni spiacevoli, ci permettono, a noi e agli altri, di superare difficoltà che altrimenti sarebbero insormontabili.
A volte, sostengono ancora i tifosi della “bugia a fin di bene”, sono proprio necessarie.
Verità o bugia: mentire è proprio necessario?
Io, invece, credo che le piccole bugie a “fin di bene” siano solo una rapida e comoda scorciatoia personale, del tutto egoistica, per scappare via da situazioni che iniziano a complicarsi.
Per ottenere qualcosa che riteniamo importante o, peggio, per spingere gli altri a fare “la cosa giusta”, che ovviamente noi abbiamo compreso.
Dirsi che in fondo è una piccola bugia a “fin di bene”, aiuta anche a giustificare un comportamento, quello dell’insincerità e dell’inganno, del “tradimento” della fiducia altrui, che normalmente condanniamo e riteniamo sbagliato.
Io non sono affatto convinto che le piccole bugie siano necessarie e dovute in alcune circostanze. Sono una facile scappatoia, è vero, ma spesso procurano molti più danni di quanto non crediamo.
I danni delle nostre bugie
Innanzi tutto minano fortemente la fiducia che altri ripongono in noi.
Se siamo pronti a mentire su cose di poco conto figuriamoci quando la posta in palio è maggiore e l’interesse cresce.
Perdiamo credibilità mostrando di ingannare le persone che, di conseguenza, cominceranno a dubitare di noi.
La coerenza e l’integrità sono difficili da costruire e una semplice e banale bugia può sgretolarle facilmente come l’intonaco secco dal muro.
In secondo luogo non aiutano gli altri a crescere. Spesso ci giustifichiamo dicendo che vogliamo proteggere e difendere le persone da inutili sofferenze e la piccola bugia è il modo in cui ci prendiamo cura di loro.
In realtà non solo non li aiutiamo ad affrontare la realtà, che prima o poi incontreranno, ma badiamo solo ad evitare a noi la sofferenza del confronto, dell’incomprensione e della loro reazione.
Dire sempre la verità?
La bugia a “fin di bene” è puro egoismo e non serve a molto. Inoltre lascia trasparire una difficoltà ad assumerci, o fare assumere, la responsabilità delle scelte e dei comportamenti.
Mentire non è mai la strada giusta. Meglio essere onesti, dire le cose come stanno, affrontarne la responsabilità e aiutare gli altri a crescere facendo altrettanto.
Se veramente vogliamo bene a qualcuno, non dovremmo dare quel che non vorremmo ricevere, e nessuno preferirebbe che gli fossero dette bugie, anche se a “fin di bene”.
Per me la verità è la strada giusta, ma non dobbiamo diventare fanatici, e ricordarci che il fine è sempre amare, e che l’unica buona ragione per dire una bugia è proprio l’amore.
Da non confondersi, come detto, con il nostro bisogno, le nostre paure o la voglia di assecondare gli altri. Cosa, ovviamente, molto complicata.
Questo articolo è stato pubblicato la prima volta il 30/06/2011
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a thought by Martina
“l’unica buona ragione per dire una bugia è proprio l’amore.”
In che senso? Fammi un esempio
a thought by Giacomo Papasidero
Mi viene in mente una mamma anziana e malata a cui il figlio non racconta di un suo problema. lei non può aiutarlo e gravarla di quel peso ulteriore non sarebbe utile a lei.
In generale ogni volta che dire una bugia non è per interesse, per convenienza, ma per amore. la linea è sottile e solo se ti poni sinceramente nei panni degli altri, con limiti e debolezza, solo se non hai nulla da nascondere, puoi cogliere più facilmente 😉
a thought by Martina
Grazie Giacomo, articolo molto utile per pensare 🙂
a thought by ANITA
Buongiorno Giacomo.
concordo pienamente con te sul fatto che la bugia anche piccola è una scappatoia dall’assunzione di responsabilita’ che richiede il riconoscimento e l’accettazione della realta’.
Vorrei aggiungere una considerazione che proprio stamani ho fatto con mia figlia di soli 9 anni.
Mi ero resa conto che mi aveva detto una piccola bugia riguardo un astuccio di scuola che le e’ stato regalato.
Ho cercato di capire il perche’ avesse preferito dirmi la bugia, (l’astuccio non le e’ stato regalato ma semplicemente comprato dal papa’ con il quale siamo separati) e parlando con lei ho capito che io stessa l’ho indotta a mentirmi perche’ la prima volta che mi ha chiesto di cambiare l’astuccio di scuola appena comprato e troppo ingombrante per i banchi piccoli su cui deve lavorare, invece di ascoltare, capire e amare lei e le sue esigenze e trovare quindi una soluzione con lei, ho detto un no secco.
Infatti mi ha confermato che non mi ha raccontato la verita’ perche’ io mi sarei arrabbiata con lei e con il papa’.
Sto quindi riflettendo su quanto mi risulta ancora difficile amare incondizionatamente proprio le persone che piu’ mi sono vicine… aspettative e pretese sono cattive abitudini dure da .eliminare… ma sò di essere sulla strada giusta perche’ riconoscerle ‘ e’ già molto.
Ciao
a thought by Giacomo Papasidero
Decisamente sì, la consapevolezza è il primo passo 😉
a thought by Claudia
Sono d’accordo Giacomo! All’inizio forse può sembrare la scelta migliore “a fin di bene” e forse anche la più comoda ma ho imparato che il compromesso non paga mai. Forse in quel momento va bene ma alla lunga come scrivi mina anche la fiducia ed è una catena …. tutto si trasforma in abitudine e diventa scontato e considerato perfino giusto! Quante giustificazioni ci diamo sempre per avallare ciò che facciamo per non sentirci in colpa. Se qualcosa non mi fa stare bene vuol dire che non va bene per me, io uso questo metro di misura o almeno ci provo e spesso non è affatto facile ma quando il fine è il bene nostro e degli altri alla fine ripaga… certo bisogna avere pazienza senza pretese proprio perché ci fa stare bene.. Buona giornata Claudia